Sermone del venerdì dell’imam Said Ait El Jide sul tema della partecipazione al voto in vista delle prossime elezioni amministrative, questi i passaggi del sermone:
“In nome di Dio il Compassionevole il Misericordioso e la pace e la benedizione di Dio siano sul Suo Messaggero e Profeta Muhammad, come su tutti i messaggeri e profeti di Dio e loro seguaci con fede sino al giorno ultimo!
Gentilissime sorelle, carissimi fratelli, domenica 5 giugno si terranno le elezioni amministrative nella nostra città e nelle varie sue varie circoscrizioni .. Ci interroghiamo in questo sermone sul nostro ruolo come cittadini musulmani torinesi e sul ruolo dell’istituzione moschea in questo importante appuntamento.. Mi rivolgo qui, in generale, a tutte le sorelle e fratelli, e in particolare a coloro che hanno la cittadinanza italiana, ai vecchi e ai nuovi cittadini… la nostra fede ci invita ad avere a cuore e impegnarci attivamente nel contesto in cui ci troviamo, l’universalità dei principi della nostra fede ci richiama alla fraternità umana che consiste nel servire la collettività e tutti gli esseri umani. I nostri riferimenti spirituali ed etici ci invitano a vivere la cittadinanza e a esercitare i nostri diritti e doveri in quanto cittadini a pieno titolo di questo paese… Dice l’Altissimo: “Così vi abbiamo reso una comunità di mezzo, affinché siate testimoni sugli uomini..” Ad alcuni può sembrare strano parlare di politica in un sermone del venerdì, ebbene chiediamoci cosa è la politica? Essa viene definita come il processo mediante il quale si prendono le decisioni nelle società umane: promuovere le libertà o limitarle è una decisione politica.. costruire o meno di un ospedale è una decisione politica.. … Riparare o meno una strada è una decisione politica… consentire l’apertura di luoghi di culto o limitarla è una decisione politica.. sostenere le famiglie povere o meno è una decisione politica… Questi sono tutte decisioni che vengono prese e applicate e ci riguardano in prima persona come cittadini che abitano questa città, e in quanto musulmani che sono invitati dalla loro fede a “promuovere il bene e riformare il male” ovunque e per chiunque. Le elezioni in uno Stato di diritto democratico come il nostro sono la modalità principale con cui possiamo partecipare alla presa di una decisione o alla sua modifica, perciò i giurisperiti musulmani sono concordi a considerare lecita, anzi doverosa la partecipazione dei musulmani alle elezioni negli Stati di diritto in cui essi si trovano..
Il Profeta, pace su di lui, quando emigrò a Medina costituì la comunità di fede tra i migranti e gli ausiliari, e fece promulgare la Carta di Medina attraverso la quale si riconoscevano tutti gli abitanti della città, musulmani e non musulmani, come membri un’unica comunità cittadina (umma). Noi quindi siamo parte integrante di questo paese e di questa città e abbiamo il dovere civico, etico e anche religioso di contribuire al suo sviluppo, di preservare la sua sicurezza e di partecipare alla distribuzione equa e solidale delle sue ricchezze, sia come candidati che come elettori attivi, il nostro voto è un deposito prezioso che deve andare a sostegno del candidato onesto, competente che si interessa ai suoi cittadini, che ascolta e prende in considerazione le loro proposte.. Come cittadini e come musulmani abbiamo molto con cui contribuire al bene di questa città e al bene dei nostri concittadini, ciò sarà possibile soltanto se siamo presenti sul campo come cittadini attivi, e nella società come attori positivi. Disse il Profeta, pace su di lui: “Il più amato degli uomini a Dio è colui che è più utile agli uomini.”
È forse opportuno ricordare qui l’esempio del Profeta Giuseppe, su di lui la pace, che ha candidato se stesso a un governante non musulmano, al fine di evitare la carestia al suo popolo, disse infatti al Re d’Egitto: “Affidami i tesori del paese: sono onesto e competente.” Ricordiamo anche la partecipazione attiva del Profeta, pace su di lui, insieme ai politeisti della Mecca, al patto di generosità “Hilf al-fudul” che mirava a soccorrere i deboli e gli oppressi quale che sia la loro appartenenza e la loro fede.
Detto ciò facciamo quindi appello da qui a tutte le sorelle, a tutti i fratelli e a tutti i cittadini di prendere parte attiva alle prossime elezioni, e di sostenere i candidati onesti i cui programmi si avvicinano alle preoccupazioni della gente e che si riconoscono nei valori universali indiscutibili di libertà, giustizia e solidarietà.
Vi invito quindi a ritirare le vostre schede elettorali, se non le avete ancora ricevute, e ad informarvi sui diversi candidati in corsa, in modo da scegliere colui che riterrete il migliore a cui affidare la gestione della nostra città e il futuro nostro e dei nostri figli. Sappiate che il vostro voto costituisce una “amana”, un deposito, è una “shahada”, testimonianza e dice l’Altissimo: “O voi che credete, siate retti dinanzi a Dio, testimoni seconda giustizia…”
Nelle scorse settimane ci hanno visitato in questa moschea diversi candidati al fine di conoscerci da vicino, ascoltare le nostre preoccupazioni e di presentarci le loro proposte per la città. Noi come moschea allo scopo di informare organizzeremo qui in moschea la sera del prossimo venerdì un incontro aperto a tutti i cittadini in cui illustreremo il sistema istituzionale italiano e spiegheremo in modo dettagliato le modalità di voto.
Infine invochiamo l’Altissimo di guidare i nostri passi verso il bene, e di usarci per il bene delle Sue creature..
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