La sintesi e l’anima della manifestazione sone affidate alle parole di Brahim Baya, portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi: «La comunità islamica di Torino condanna gli attentati di Parigi che rappresentano la barbarie, l’ignoranza, l’inciviltà, sono un’offesa alla nostra civiltà, alla nostra fede, all’Islam in quanto tale”.
Un gruppo di studentesse stringono in mano dei cartelli che recitano: “#NotInMyNameParis”. Sono loro a indicare la strada e la direzione. Non in loro nome, non in nome dell’Islam. Khadija ha le idee chiarissime, scandisce con chiarezza l’identità della piazza: «Ci dissociamo dalle forme di terrorismo come comunità musulmana e come singoli, i musulmani non sono terroristi,» parafrasando un versetto del Corano: «Chi uccide un essere umano è come se avesse ucciso un’intera comunità, chi salva un essere umano è come se avesse salvato un’intera comunità». Le fa eco la sua cugina, 16 anni, stesso nome, che scandisce con sguardo deciso: «Siamo qui per lanciare un messaggio, il terrorismo dei fanatici condanna una intera religione, l’Islam è una religione di pace».
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