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Convegno Nazionale PSM – Evento storico dell’Islam italiano a Torino

La Stampa – Maria Teresa Martinengo

Ha scelto l’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto il movimento Partecipazione e Spiritualità Musulmana per il convegno nazionale intitolato «Islam, rinnovamento, etica, e spiritualità» e l’ha riempito: alla giornata di riflessione sull’evoluzione della comunità musulmana in Italia sono arrivati 1500 donne e uomini in platea, assistiti da 150 giovani volontari. Abdellah Labdidi, segretario nazionale di PSM (che si ispira agli insegnamenti del pedagogo e religioso marocchino Abdessalam Yassine, scomparso nel 2012), ha spiegato che «il lavoro principale di PSM è sulla persona umana sia nella sua dimensione spirituale ed etica sia culturale e civica: siamo convinti della necessità di unire la pratica spirituale viva ed autentica con il contributo attivo e positivo al bene della società. PSM – ha proseguito – lavora per un Islam italiano che rispetta il credo, le pratiche musulmane, facendo propri i principi fondamenta- li della Costituzione italiana». Per realizzarlo, «è centrale e urgente il tema della riforma e del rinnovamento all’interno della tradizione musulmana». Ancora: «L’intolleranza nei confronti dei musulmani, il populismo che cavalca la paura, vanno combattuti impegnandosi nella società, lottando insieme ai propri concittadini contro qualsiasi ingiustizia, discriminazione o torto, rivendicando in maniera consapevole i propri diritti e assolvendo ai propri doveri». Labdidi ha aggiunto che per consolidarsi questo Islam italiano «ha bisogno di autonomia finanziaria e politica, oltre che ideologica e sapienziale, rispetto agli Stati d’origine musulmani. L’Islam italiano deve inoltre saper di- mostrare di gestire il proprio pluralismo interno». Alla politica italiana, PSM chiede «di rimuovere gli ostacoli di natura giuridica che portano i cittadini musulmani a sentirsi spesso di serie B» e «di trovare la volontà politica necessaria per mettere in cantiere l’Intesa con le comunità musulmane».
Nel corso della tavola rotonda, alla quale hanno partecipato don Luigi Ciotti e il giornalista-scrittore Pietrangelo Buttafuoco, Ahmed Rahmani, direttore del Centro studi sulla Modernità di Parigi, ha proposto una riflessione autocritica. «I musulmani oggi – ha detto – sono distratti dal cuore del messaggio islamico che è “eccellenza”, completezza spirituale. Certo, c’è razzismo, islamofobia, ma cosa facciamo noi per cambiare? Cosa fanno le moschee? I giovani trovano ciò che cercano nelle moschee? O ascoltano discorsi vuoti e vanno poi ad alimentarsi su internet? Nel web sappiamo cosa trovano e come si costruiscono identità deformate, invasi da odio e rabbia diventano prede facili dell’estremismo. Anche noi abbiamo parte di responsabilità. È un lavoro lungo, non possiamo aspettare che qualcuno si faccia esplodere per dire “noi non siamo questi”».

 

 

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